Nella chirurgia plastica convivono due anime. L’anima ricostruttiva si occupa di riportare alla normalità una natura violata o deforme, quella estetica ha il fine di rendere ancor più bello ciò che è anatomicamente normale. Nella massima espressione della mia disciplina le due anime si compenetrano.
La chirurgia ricostruttiva è spesso più impegnativa di quella estetica e richiede maggiori capacità tecniche e preparazione ma solo se la tecnica si sposa al senso del bello si possono raggiungere risultati brillanti.
La chirurgia estetica di base è oggi alla mercè di molti, ma la chirurgia estetica complessa e di alto concetto è appannaggio solo di chi ha basi chirurgiche forti e non inventate, associate a metodologia rigorosa che solo anni di ospedale possono dare.
Le mie basi deontologiche mi portano a trattare chi ho davanti nel rispetto della persona, della malattia e del disagio, trattandolo da paziente e mai da cliente. Non vendo ma curo.
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